NATALE
L'uovo o il coniglio pasquale che rappresentano vita, rigenerazione e fertilità a causa dell'arrivo della primavera; Halloween e la festa di ognissanti, il natale e tante altre. In alcuni casi, alcuni sono portati a pensare che questa loro origine li metta in una condizione di essere evitati, ma per fortuna il nostro diritto di scegliere non viene toccato e come al solito siamo liberi di poter partecipare come pensiamo sia opportuno. Le vecchie ed antiche tradizioni, così come le nuove possono allontanarci dal vero significato del giorno che il 25 commemoriamo come Cristiani: la nascita di Gesù Cristo nel meridiano dei tempi.
Il vero Natale giunge a colui che ha accettato Cristo nella propria vita come una forza che anima, dinamica e vitalizzante.
Il vero Natale
Natale è un periodo dell’anno
molto animato. Le strade e i magazzini sono affollati di gente
impegnata nelle compere dell’ultimo minuto. Ci sono più viaggiatori
sulle autostrade, gli aeroporti sono gremiti e tutta la cristianità
sembra rinascere con musica, luci e decorazioni festive.
Uno scrittore ha affermato:
«Tra tutte le festività,
nessuna s’insinua così a fondo nel cuore umano suscitando tanti
sentimenti elevati. I pensieri, i ricordi, le speranze e i costumi sono
collegati a esso collettivamente da antiche tradizioni nazionali, mentre
a livello individuale dall’infanzia e dalla vecchiaia; essi abbracciano
gli aspetti religiosi, sociali e patriottici della nostra natura.
L’agrifoglio e il vischio intrecciati con i sempreverdi, l’abitudine di
fare dei regali a coloro che si amano, la presenza dell’albero
natalizio, la superstizione di Babbo Natale, il tutto combinato rende
Natale la festività più attesa, più universale e, sotto ogni punto di
vista, più importante tra quelle conosciute dagli uomini» [Clarence
Baird, «The Spirit of Christmas», Improvement Era, dicembre 1919, 154].
L’origine del Natale
dio Mitra |
La festività è impregnata
nella tradizione e le sue radici risalgono lontano nella storia. Ben
prima dell’introduzione della cristianità, era una festa pagana. Il dio
Mitra era adorato dagli antichi ariani e, gradualmente, tale venerazione
si estese in India e in Persia. Mitra originariamente era il dio della
luce celeste dei cieli sereni, in seguito, nel periodo romano, fu
adorato come la divinità del sole o dio sole—Sol Invictus Mithra.
Nel primo secolo [prima] di
Cristo, Pompeo estese le conquiste lungo la costa della Cilicia, in
Asia Minore, e molti tra coloro che furono catturati in quei
combattimenti furono portati a Roma come prigionieri. È così che fu
introdotto a Roma il culto pagano di Mitra, poiché questi prigionieri
diffusero la religione tra i soldati romani. La venerazione di questo
dio divenne comune, soprattutto tra le file dell’esercito romano. Oggi
ritroviamo tra le rovine delle città del vasto impero romano i templi di
Mitra. Tale culto fiorì nel mondo romano e divenne il principale
antagonista della cristianità, per quanto riguardava le credenze
religiose della gente.
Per gli adepti del dio sole
c’era una festività subito dopo il solstizio d’inverno, il giorno più
corto dell’anno, quando il sole rimane fermo dopo la sua discesa annuale
nell’emisfero meridionale. L’inizio della sua risalita da questo punto
infimo era considerato la rinascita di Mitra e il 25 dicembre di ogni
anno i romani celebravano il suo compleanno. Per l’occasione si faceva
molta baldoria, con feste, banchetti, regali agli amici e case decorate
con sempreverdi.
Gradualmente la cristianità
prevalse sul culto di Mitra, che era stato il maggiore rivale, e il
giorno festivo che celebrava la nascita di Mitra fu dedicato dai
cristiani alla commemorazione della nascita di Cristo. La venerazione
pagana del sole, profondamente radicata nella cultura romana, fu
rimpiazzata da una delle festività più grandi per i cristiani. Natale ci
è giunto come giorno di ringraziamento e letizia, un giorno di buon
animo e pace tra gli uomini. Benché abbia una connotazione e un
significato terreno, il contenuto è divino. L’antica celebrazione
cristiana è sopravvissuta senza interruzioni attraverso i secoli.
Il significato moderno del Natale
Oggi, in che modo è
considerato il Natale? La leggenda di Babbo Natale, l’albero addobbato,
le decorazioni di fili d’argento e vischio, lo scambio di regali ci
esprimono tutti lo spirito del giorno che commemoriamo. Il vero spirito
del Natale, però, è molto più profondo e si trova nella vita del
Salvatore, nei principi da Lui insegnati, nel Suo sacrificio espiatorio,
che divenne la nostra grande eredità.
Molti anni fa la Prima Presidenza della Chiesa fece questa dichiarazione rilevante:
«Il Natale, per i Santi
degli Ultimi Giorni, porta alla mente dei ricordi ed è profetico: è un
memento di due eventi grandi e solenni, che sono considerati
universalmente come gli avvenimenti più grandiosi e meravigliosi nella
storia dell’umanità. Detti avvenimenti furono [preordinati] prima ancora
della creazione di questo pianeta, affinché accadessero qui. Uno di
essi fu la venuta del Salvatore nel meridiano dei tempi, per morire per i
peccati del mondo; l’altro è la venuta futura del Redentore risorto e
glorificato, per regnare sulla terra come Re dei re» [«What Christmas
Suggests to a Latter-day Saint», Millennial Star, 2 gennaio 1908, 1].
Nella breve lettera di
Paolo ai Galati, l’apostolo mostra gran preoccupazione sull’apparente
incredulità e allontanamento dagli insegnamenti su Cristo da parte del
popolo. Egli scrisse loro: «Or è una bella cosa essere oggetto dello
zelo altrui nel bene, in ogni tempo, e non solo quando son presente fra
voi. Figliuoletti miei, per i quali io son di nuovo in doglie finché
Cristo sia formato in voi» (Galati 4:18–19). In altre parole, Paolo si
dice sofferente e in ansia fino a quando Cristo non si sia «formato» in
loro. Questo è un altro modo di dire «in Cristo», espressione che Paolo
usava ripetutamente nei suoi scritti.
È possibile che Cristo
nasca nella vita degli uomini, e quando ciò accade, un uomo è «in
Cristo», ossia Cristo è «formato» in lui. Questo presuppone che
accogliamo il Salvatore nel cuore e Lo rendiamo partecipe della nostra
esistenza. Egli non è solo un principio generale o un evento storico, ma
proprio il Salvatore degli uomini di ogni dove e tempo. Quando ci
sforziamo di essere cristiani in tutto e per tutto, Egli è «formato» in
noi; se apriamo l’uscio, entrerà; se cerchiamo il Suo consiglio, lo
otterremo. Affinché Cristo sia «formato» in noi, dobbiamo credere in Lui
e nella Sua espiazione. Credere in Cristo e osservare i Suoi
comandamenti non sono restrizioni, piuttosto rendono gli uomini liberi.
Questo Principe della Pace attende di donarci la tranquillità di mente,
che può rendere ognuno di noi un canale della Sua pace.
Il vero Natale giunge a
colui che ha accettato Cristo nella propria vita come una forza che
anima, dinamica e vitalizzante. Lo spirito vero del Natale è nella vita e
missione del Maestro. Proseguo con ciò che lo scrittore definisce il
vero spirito del Natale:
«È il desiderio di
sacrificarsi per gli altri, di rendere servizio, di provare un
sentimento di fratellanza universale. Consiste nella disponibilità a
dimenticare ciò che hai fatto per gli altri e a serbare ricordo solo di
quello che le persone hanno compiuto per te; a ignorare ciò che il mondo
ti deve e pensare solo ai… tuoi doveri da assolvere in un futuro
vicino, e alle possibilità di fare del bene e aiutare nel presente il
prossimo, adoperandoti affinché sia buono come te e cercando di guardare
oltre il volto direttamente al suo cuore; a chiudere il libro delle
lamentele contro l’universo e a guardare in giro per trovare un luogo in
cui piantare qualche seme della felicità e proseguire per la tua strada
inosservato» [Improvement Era, dicembre 1919, 155].
Contemplando il periodo natalizio, James Wallingford scrisse questi versi:
Natale non è un giorno o una stagione, ma una condizione del cuore e della mente.Se amiamo il nostro prossimo come noi stessi;se nelle nostre ricchezze siamo poveri in ispirito e nella nostra povertà siamo ricchi di grazia;se la nostra carità non si vanta, ma soffre ogni cosa ed è gentile;se quando nostro fratello ci chiede un pezzo di pane, doniamo invece noi stessi;se ogni giorno sorge con occasioni e tramonta con un conseguimento, per quanto piccolo,allora ogni giorno è il giorno di Cristo e il Natale è sempre vicino.[Charles L. Wallis, Words of Life (1966), 33]
Un saggio ha affermato:
«La cosa più incredibile
sulla storia di Natale è la sua importanza. È a proprio agio in ogni
epoca e si adatta a ogni stato d’animo. Non si tratta solo di una storia
raccontata nel passato, ma è eternamente contemporanea. È la voce che
grida in ogni deserto. È tanto significativa ai nostri giorni come lo fu
quella lontana notte quando i pastori seguirono la luce della stella
fino alla mangiatoia di Betlemme» [Joseph R. Sizoo, Words of Life, 33].
È stato affermato che il
Natale è per i bambini, tuttavia, quando gli anni della fantasia
infantile passano, subentra la comprensione propria della maturità e il
semplice insegnamento del Salvatore che «più felice cosa è il dare che
il ricevere» (Atti 20:35) diventa realtà. Nella vita degli uomini,
l’evoluzione da festa pagana a celebrazione cristiana della nascita del
Salvatore è un altro aspetto della maturità che acquisisce chi è stato
toccato dal vangelo di Gesù Cristo.
Come trovare il vero spirito del Natale
Se desiderate trovare il
vero spirito del Natale e provarne la dolcezza, lasciate che vi dia un
suggerimento. Durante la fretta del periodo festivo natalizio, trovate
il tempo per volgere il cuore a Dio. In quei momenti tranquilli, in un
posto silenzioso, in ginocchio, soli o con persone a voi care,
ringraziate per ciò che avete ricevuto, e chiedete che il Suo spirito
possa dimorare in voi quando vi sforzate sinceramente di servirLo e
osservare i Suoi comandamenti. Egli vi prenderà per mano e manterrà le
Sue promesse.
So che Dio vive. Porto
testimonianza della divinità di Suo Figlio, il Salvatore del mondo, ed
esprimo gratitudine per il beneficio di avere sulla terra un profeta del
Dio vivente.
Tratto da una riunione tenuta il 5 dicembre
1972 alla Brigham Young University;