Il potere di purificazione del Getsemani.
Il potere di purificazione del Getsemani
Sento, e lo Spirito sembra
darmene conferma, che la dottrina più importante che possa proclamare e
la testimonianza più possente che possa portare è del sacrificio
espiatorio del Signore Gesù Cristo.
La Sua Espiazione è l’evento
più trascendente che sia mai accaduto o mai accadrà dall’alba della
Creazione attraverso tutte le epoche di un’eternità senza fine.
È il supremo atto di bontà e
di grazia che soltanto un Dio poteva compiere. Grazie ad esso tutti i
termini e tutte le condizioni dell’eterno piano di salvezza del Padre
diventano operativi.
Grazie ad esso si fa
avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo. Grazie ad esso tutti
gli uomini sono salvi dalla morte, dall’inferno, dal diavolo e dal
tormento senza fine.
E grazie ad esso tutti
coloro che credono e obbediscono al glorioso vangelo di Dio, tutti
coloro che sono sinceri e fedeli e vincono il mondo, tutti coloro che
soffrono per Cristo e la Sua parola, tutti coloro che sono castigati e
flagellati nella causa di Colui al quale apparteniamo—tutti diventeranno
come il loro Creatore e siederanno con Lui sul Suo trono e regneranno
con Lui per sempre nella gloria eterna.
Parlando di queste cose
meravigliose, userò parole mie, anche se voi potete pensare che sono
parole delle Scritture, parole pronunciate da altri apostoli e profeti.
Vero è che esse furono
inizialmente proclamate da altri, ma esse sono ora mie, poiché lo
Spirito di Dio mi ha portato testimonianza che sono vere, e ora è come
se il Signore me le avesse rivelate in prima istanza. Ho pertanto udito
la Sua voce e conosco la Sua parola.
Nel Giardino di Getsemani
Duemila anni fa, fuori
dalle mura di Gerusalemme si trovava un delizioso giardino chiamato
Getsemani, in cui Gesù e i Suoi amici più cari solevano ritirarsi per
meditare e pregare.
Là Gesù insegnava ai Suoi
discepoli le dottrine del regno e tutti comunicavano con Colui che è il
Padre di tutti noi, nel Cui ministero siamo occupati, i Cui incarichi
stiamo svolgendo.
Questo luogo sacro, come
l’Eden in cui dimorava Adamo, come il Sinai dal quale Geova emanò le Sue
leggi, come il Calvario su cui il Figlio di Dio offrì la Sua vita in
riscatto per molti, questo terreno santo è il luogo stesso in cui
l’immacolato Figlio del Padre Eterno prese su di sé i peccati di tutti
gli uomini a condizione del loro pentimento.
Noi non sappiamo, noi non
possiamo dire né nessuna mente mortale può concepire l’intera portata di
ciò che Cristo fece nel Getsemani.
Noi sappiamo che Egli sudò
grosse gocce di sangue da ogni poro mentre beveva la feccia di quella
coppa amara che Suo Padre Gli aveva dato.
Sappiamo che Egli Soffrì, sia nel corpo che nello spirito, più di quanto sia possibile per l’uomo soffrire, se non per morire.
Noi sappiamo che in
qualche modo, per noi incomprensibile, la Sua sofferenza soddisfece le
richieste della giustizia, riscattò le anime pentite dai dolori e dai
castighi del peccato e rese la misericordia disponibile a coloro che
credono nel Suo santo nome.
Noi sappiamo che Egli
giacque prostrato a terra mentre i dolori e le angosce di un fardello
immenso lo fecero tremare e desiderare di non dover bere la coppa amara.
Noi sappiamo che un angelo
scese dalle corti di gloria per rafforzarlo in questa prova e noi
supponiamo che fu il possente Michele, che per primo cadde onde l’uomo
mortale potesse esistere.
Per quanto possiamo
giudicare, queste angosce infinite, questa sofferenza che va al di là di
ogni paragone, durarono circa tre o quatto ore.
L’arresto, il processo e la flagellazione
Dopo di ciò, con il Suo
corpo ormai straziato e privo di forza, Egli affrontò Giuda e gli altri
diavoli incarnati, alcuni membri dello stesso Sinedrio; e fu portato via
con una corda intorno al collo come un comune criminale, per essere
giudicato dai criminali per eccellenza i quali come Giudei sedevano sul
trono di Aaronne e come Romani erano sottoposti al potere di Cesare.
Essi Lo portarono da Anna,
da Caiafa, da Pilato, da Erode e di nuovo da Pilato. Egli fu accusato,
insultato e percosso. La loro sozza saliva gli rigò le guance mentre
crudeli percosse indebolivano ulteriormente il Suo corpo in preda al
dolore.
Con bastoni maneggiati con
ira fecero piovere colpi sulle Sue spalle. Il sangue scorse sul Suo
volto quando una corona di spine trafisse la Sua fronte tremante.
Ma soprattutto Egli fu
flagellato, flagellato con 40 colpi meno uno, flagellato con una frusta a
più corde e le Sue ferite erano aggravate da pezzi di metallo tagliente
e d’osso affilato fissati alle estremità.
Molti morivano in seguito
alla sola flagellazione, ma Egli uscì dalle sofferenze della
flagellazione onde poter morire di morte ignominiosa sulla crudele croce
del Calvario.
Poi Egli portò la Sua croce sino a quando crollò sotto il peso, il dolore e la crescente angoscia di questa prova.
Sulla croce
Infine, su una collina
chiamata Calvario di nuovo fuori dalle mura di Gerusalemme, mentre i
Suoi inermi discepoli osservavano la scena e sentivano l’angoscia della
morte imminente nel loro stesso corpo, i soldati romani Lo deposero
sulla croce.
Con un grosso martello Gli
trafissero i piedi, le mani e i polsi con chiodi di ferro, invero Egli
fu trafitto per le nostre trasgressioni e illividito per le nostre
iniquità.
Poi la croce fu sollevata
onde tutti potessero vedere, osservare, maledire e deridere. Cose che
essi fecero con velenoso intento per tre ore, dalle nove del mattino a
mezzogiorno.
Poi i cieli si oscurarono,
le tenebre coprirono il paese per tre ore come avvenne presso i Nefiti.
Ci fu una grande tempesta, come se lo stesso Dio della natura fosse in
agonia.
E invero Egli lo era,
poiché mentre Egli pendeva dalla croce per altre tre ore, da mezzogiorno
alle tre del pomeriggio, ritornarono a Lui tutte le infinite angosce e i
crudeli dolori del Getsemani.
E infine, quando le
angosce dell’Espiazione ebbero esatto il loro prezzo, quando la vittoria
era stata ottenuta, quando il Figlio di Dio aveva compiuto la volontà
di Suo Padre in tutte le cose, allora Egli disse: “È compiuto” (Giovanni 19:30). Ed Egli offrì volontariamente il Suo spirito.
Nel mondo degli spiriti
Mentre la pace e il
conforto di una morte misericordiosa Lo liberavano dai dolori e dalle
sofferenze della mortalità, Egli entrò nel paradiso di Dio.
Quando ebbe fatto della
Sua anima un’offerta per il peccato, Egli era pronto a vedere la Sua
progenie secondo le parole messianiche.
Questa progenie formata da
tutti i profeti e fedeli santi delle epoche del passato, questa
progenie che abbracciava tutti coloro che avevano preso su di sé il Suo
nome e che, essendo stati generati spiritualmente da Lui, erano
diventati Suoi figli e Sue figlie[;] come è per noi, tutta questa gente
fu radunata nel mondo degli spiriti, là per vedere il Suo volto, là per
udire la Sua voce.
E dopo circa 38—40 ore,
dopo tre giorni secondo il modo in cui i Giudei misuravano il tempo, il
nostro benedetto Signore venne alla tomba dell’Arimateo, dove il Suo
corpo parzialmente imbalsamato era stato deposto da Nicodemo e dallo
stesso Giuseppe.
La Sua risurrezione
Poi, in maniera per noi
incomprensibile, Egli prese quel corpo che non aveva ancora visto la
corruzione e si levò in quella gloriosa immortalità che lo faceva simile
al Suo Padre risorto.
Egli poi ricevette ogni
potere in cielo e in terra. Ottenne l’eterna esaltazione, apparve a
Maria Maddalena e a molti altri, e ascese al cielo lassù per sedere alla
destra di Dio Padre Onnipotente e regnare per sempre in gloria eterna.
La Sua risurrezione dalla
morte il terzo giorno mise il suggello all’Espiazione. Di nuovo, in
qualche maniera per noi incomprensibile, gli effetti della Sua
resurrezione passarono a tutti gli uomini in modo che anch’essi
potessero risorgere dalla tomba.
Come Adamo portò la morte,
così Cristo portò la vita. Come Adamo è il padre della mortalità, così
Cristo è il Padre dell’immortalità.
E senza entrambe,
mortalità e immortalità, l’uomo non può operare la propria salvezza e
raggiungere quelle altezze al di sopra dei cieli dove dimorano per
sempre in gloria eterna gli dèi e gli angeli.
Conoscenza dell’Espiazione
L’Espiazione di Cristo è la dottrina fondamentale del Vangelo ed è quella meno compresa tra tutte le nostre verità rivelate.
Molti di noi ne hanno una
conoscenza superficiale e confidano che il Signore, nella Sua bontà, ci
aiuti a superare le prove e i perigli della vita.
Ma se vogliamo una fede
come quella di Enoc e di Elia dobbiamo credere a ciò in cui essi
credevano, conoscere ciò che essi sapevano e vivere come essi vivevano.
Permettetemi quindi di invitarvi a unirvi a me per acquisire una solida e sicura conoscenza dell’Espiazione.
Dobbiamo mettere da parte
le filosofie degli uomini e la saggezza dei savi e ascoltare quello
spirito che ci è dato per guidarci a tutta la verità.
Dobbiamo investigare le
Scritture, accettarle come la mente, la volontà e la voce del Signore e
il potere stesso di Dio per la salvezza.
Se leggiamo, meditiamo e
preghiamo, entrerà nella nostra mente una visione dei tre giardini di
Dio: il giardino di Eden, il giardino di Getsemani e il giardino della
tomba vuota in cui Gesù apparve a Maria Maddalena.
La Creazione, la Caduta e l’Espiazione
Nell’Eden vedremo tutte le cose create in uno stato paradisiaco, senza morte, senza procreazione, senza esperienze probatorie.
Arriveremo a comprendere che tale creazione, ora sconosciuta all’uomo, era l’unico modo per permettere la caduta.
Vedremo poi Adamo ed Eva,
il primo uomo e la prima donna, scendere dal loro stato di gloria
immortale e paradisiaca per diventare la prima carne mortale sulla
terra.
La mortalità, che include
la procreazione e la morte, entrerà nel mondo e a motivo della
trasgressione avrà inizio per l’uomo una condizione probatoria.
Poi nel Getsemani vedremo
il Figlio di Dio riscattare l’uomo dalla morte temporale e spirituale
cui diventammo soggetti a causa della caduta.
E infine, dinanzi a una
tomba vuota, arriveremo alla conoscenza che Cristo, nostro Signore, ha
spezzato le catene della morte e si erge per sempre trionfante sulla
tomba.
Pertanto la creazione è la
madre della caduta e a causa della caduta vennero la mortalità e la
morte, e per mezzo di Cristo vennero l’immortalità e la vita eterna.
Se non vi fosse stata la
caduta di Adamo per la quale viene la morte, non avrebbe potuto esserci
l’Espiazione di Cristo per la quale viene la vita.
Il sangue espiatorio
Ed ora, per quanto
riguarda questa Espiazione perfetta operata mediante lo spargimento del
sangue di Dio, io porto testimonianza che essa ebbe luogo nel Getsemani,
e sul Golgota, e per quanto riguarda Gesù Cristo porto testimonianza
che Egli è il Figlio del Dio vivente e che fu crocifisso per i peccati
del mondo. Egli è il nostro Signore, nostro Dio e nostro Re: questo io
so da me stesso indipendentemente da ogni altra persona.
Io sono uno dei Suoi
testimoni e in un giorno a venire sentirò i segni dei chiodi nelle Sue
mani e nei Suoi piedi e bagnerò i Suoi piedi con le mie lacrime,
ma non saprò più
sicuramente di quanto sappia ora che Egli è l’onnipotente Figlio di Dio,
che Egli è il nostro Salvatore e Redentore, e che la salvezza si
ottiene nel e per il Suo sangue espiatorio e in nessuna altra maniera.
Dio conceda che tutti noi
possiamo camminare nella luce come Dio, nostro Padre, è nella luce,
affinché, secondo le promesse, il sangue di Gesù Cristo, Suo Figlio, ci
purifichi da ogni peccato.
I sottotitoli sono stati aggiunti; le maiuscole, la punteggiatura e l’ortografia sono state uniformate.
Né nessuna mente mortale può concepire l’intera portata di ciò che Cristo fece nel Getsemani.
Gli effetti della Sua resurrezione passano a tutti gli uomini affinché anch’essi possano risorgere dalla tomba.
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